Economia circolare, recupero dei rifiuti, nuove aziende green e programmi delle istituzioni: se tutto questo ti risulta un amalgama confuso e di difficile comprensione, sei atterrato sulla pagina giusta. Questo post, infatti, è dedicato proprio a chiarire cos'è l’economia circolare in modo semplice, provando a dare una definizione e raccontando qualche esempio.
Vedrai che sarai pronto anche tu a lanciarti in una discussione con i vicini di ombrellone e, soprattutto, a iniziare ad essere parte del cambiamento.
Economia circolare: riutilizzare anziché gettare
Partiamo da una definizione dell’economia circolare, utilizzando quella che propone l’Unione Europea:
L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.
Che significa? Semplicemente – ma in modo rivoluzionario – cambiare l’idea che abbiamo del ciclo di vita dei prodotti: già, si tratta proprio di un nuovo approccio alla produzione, a ciò che possiamo fare per utilizzare al meglio la materia prima che stiamo impiegando.
Se ripariamo anziché gettare i prodotti e, ancora più importante, li riutilizziamo e li ricicliamo avremo contribuito a ridurre i rifiuti al minimo. Parliamo di economia circolare, infatti, proprio perché la vita della materia prima è potenzialmente infinita, o quasi: quando un prodotto è al termine della sua vita utile può essere smontato nei suoi componenti e questi riutilizzati per creare qualcosa d’altro. Gli esempi più noti sono i nuovi tessuti che derivano dalla plastica delle reti da pesca recuperate, ma anche l’alluminio, che non tutti sanno essere un materiale riciclabile al 100%.
Non parliamo, infatti, di un recupero di fortuna o di accantonare qualcosa che forse servirà, ma riutilizzare un materiale in un diverso ciclo produttivo generando nuovo valore.
Ma perché si parla continuamente di economia circolare? Quali sono i vantaggi?
Il concetto di economia circolare è così definito in opposizione all'economia lineare, che procede cioè lungo una linea retta che tocca produzione e consumo, dove il riutilizzo o il riciclo non sono previsti. La differenza la fa, appunto, il reimpiego che porta tantissimi vantaggi:
- È necessaria una quantità minore di materia prima, dato che viene riutilizzata
- Aumenta la competitività delle aziende
- Gli scarti non devono più essere smaltiti, ma diventano possibilità per un nuovo business
- Avremmo una forte spinta verso la sostenibilità e l’innovazione
- Incrementa l’occupazione: l’Unione Europea stima un incremento di 580mila posti di lavoro grazie all'economia circolare
- Per i consumatori finali questo significa ottenere prodotti più durevoli da un lato e un minor costo dall'altro, grazie anche al minor dispendio di energia
- Infine, tutti beneficeremmo della riduzione delle emissioni: dover produrre meno significa usare meno energia e quindi inquinare meno
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Il successo dell’economia circolare passa anche dai rifiuti
Già, i rifiuti e la loro gestione sono uno dei nodi centrali per lo sviluppo dell’economia circolare: pensiamo ad esempio alla plastica, uno dei materiali più controversi in ottica di rifiuti. Se gettati in mare, o comunque liberati nell'ambiente, i prodotti di plastica fanno un grande danno proprio in virtù delle loro proprietà: ad esempio, la plastica non si deteriora a contatto con l’acqua, motivo per cui la scegliamo per bottiglie, flaconi, confezioni… ecc. Ma, se il rifiuto è gestito nel modo giusto, la plastica può diventare una risorsa: il materiale viene preso, tagliuzzato, pulito, miscelato magari con altri materiali e utilizzato nuovamente per creare nuovi oggetti, uguali o di altro genere. In questo modo lo scarto è minimo, e così anche il dispendio di materiale ed energia.
La gestione dei rifiuti è talmente importante per dare il via all'economia circolare su larga scala che a maggio 2018 l’Unione Europea ha fissato paletti importanti nell'ambito del nuovo Piano di Azione sull'economia Circolare:
- Il riciclo dei rifiuti urbani deve comprendere almeno il 55% del totale entro il 2025, per poi passare al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035
- Diversi sono gli obiettivi per gli imballaggi, che entro il 2015 devono essere riciclati al 65% e al 70% entro il 2030. Si tratta di una percentuale complessiva, dato che per ogni materiale poi varia la richiesta: si va dal 25 e 30 % del legno fino al 70 e 80% dei materiali ferrosi
Certo è che questi risultati non si potranno ottenere solo grazie al lavoro delle ditte che smaltiscono i rifiuti, ma è necessaria la collaborazione dei cittadini: i rifiuti urbani possono essere smaltiti correttamente se prima sono stati divisi e separati con attenzione. Ancora una volta, ciascuno di noi è chiamato a fare la sua parte per trasformare in meglio la vita di tutti.
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Gli esempi di economia circolare in Italia e nel mondo
L’economia circolare sta vivendo finalmente un momento di fermento e vitalità: gli esempi ormai si sprecano, a partire da piccole azioni virtuose fino ai grandi brand internazionali che stanno adottando questa modalità di produzione. I progetti di economia circolare riguardano naturalmente i più diversi ambiti di applicazione, tutti uniti dalla grande creatività e dalla voglia di fare la differenza:
- Ad esempio, grande risonanza sta avendo Orange Fiber, azienda catanese nata per impulso di due imprenditrici che hanno colto l’idea vincente di realizzare tessuti di alta qualità a partire dagli scarti dell’industria di trasformazione degli agrumi. L’avventura è partita nel 2014 e oggi sono un riferimento per il comparto della moda, i loro tessuti sono utilizzati da brand come Ferragamo o H&M
- Ci sono poi aziende che si trovano meno sotto i riflettori ma che hanno un grande impatto sul nostro quotidiano, come Lucart, cartiera lucchese di Porcari dalla lunga tradizione. Pensando a come agire in modo sostenibile, è nato il progetto di recupero delle fibre di cellulosa presenti nei contenitori Tetra Pak: nel 2010, così, hanno realizzato un nuovo impianto (unico in Italia) che permette di produrre carta 100% ecologica recuperando queste fibre
E questi sono solo due dei progetti presenti sul nostro territorio, raccolti intelligentemente dall'Atlante Italiano dell’Economia Circolare, una piattaforma web nata per censire e raccontare le aziende o le associazioni impegnate ad applicare i principi dell’economia circolare, vagliati da un comitato scientifico: date un’occhiata e troverete tantissime realtà interessanti.
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