Tante volte parliamo della plastica e dei problemi che, quando viene gettata in maniera irresponsabile, crea al nostro ambiente. In realtà, la plastica è un materiale estremamente utile per le sue caratteristiche di resistenza e trasportabilità, ma anche per la facilità con cui la si può lavorare. Proprio partendo da qui, molti designer hanno riflettuto sulle possibilità di sfruttare i rifiuti di plastica per creare qualcosa di nuovo, facendo un’operazione che va oltre il riciclo, diventando un esempio virtuoso di upcycling. Gli esempi più noti al pubblico sono quelli che riguardano l’arredo, ma la plastica riciclata può essere impiegata davvero in moltissimi ambiti.
Riciclo e design: la plastica diventa materia prima seconda
Un progetto interessante e notevole nella sua semplicità è Print Your City, ideato dallo studio di design The New Raw di Rotterdam. Partendo dai rifiuti di plastica raccolti in un anno dalla città che ospita il progetto, i designer olandesi si sono proposti di riutilizzare la plastica per realizzare panchine e arredi pubblici stampati in 3D. In questo modo intendono coinvolgere i cittadini di un determinato luogo in uno sforzo collettivo per riutilizzare i rifiuti, utilizzando una modalità originale in cui l’attenzione per l’ambiente e per la propria città possano combinarsi.
Reimpiegare un materiale in questo modo significa farne una materia prima seconda, cioè reimmettere nel sistema di produzione gli scarti di una lavorazione o del materiale di disavanzo oppure rifiuti, una volta che sono stati opportunamente lavorati: si dà così una nuova vita alla materia prima già utilizzata, e per questo è definita materia prima seconda.
Sempre olandesi sono gli studi Overtreders W con Bureau SLA che hanno dato vita al progetto Pretty Plastic Plants, che parte sempre dal riciclo della plastica ma, questa volta, per farne piastrelle esagonali multicolore: il progetto è stato presentato durante la Design Week olandese del 2017, quando hanno costruito il People’s Pavilion temporaneo.
Plastica riciclata e design: due sedute ecosostenibili
Un brand di design conosciutissimo come quello di Magis ha incluso nella sua produzione anche una sedia realizzata con plastica riciclata. La sedia Bell, disegnata da Konstantin Grcic è costruita infatti in polipropilene riciclato, ottenuto dagli scarti generati dalla produzione di mobili della stessa Magis uniti a quelli dell’industria automobilistica locale.
Un altro aspetto interessante è che la Bell viene spedita in un pallet realizzato con la stessa plastica riciclata, che può contenere fino a 24 sedie impilate e che, spacchettato, fa anche da espositore nello showroom.
Arper, altro famoso marchio nel mondo del design, ha progettato la poltroncina Adell partendo dal concept di una seduta fortemente legata al mondo naturale. Il risultato è una poltroncina dalle linee arrotondate, creata secondo un disegno concentrico ispirato agli anelli degli alberi e alle striature delle conchiglie. La particolarità di Adell sta, ovviamente, nel fatto che è costruita in polipropilene riciclato all’80% per quanto riguarda la scocca, mentre base e gambe sono realizzate in legno certificato. In ogni caso si tratta di materiali che possono essere riciclati o riutilizzati, così da garantire uno smaltimento responsabile e inserirli in un percorso virtuoso di economia circolare.
Il riutilizzo della plastica: grazie ai designer da cosa nasce cosa
Un nuovo oggetto di arredo è forse uno sbocco abbastanza naturale per il riciclo della plastica, ma sono i progetti ad alto tasso di creatività a lasciare maggiormente il segno, perché stupiscono e rimangono impressi nella nostra memoria.
Curioso e simpatico è il vaso RE-POT, disegnato dallo studio Joe Velluto in collaborazione con Teraplast, l’azienda specializzata nella produzione di prodotti in plastica come materia prima seconda. Sperimentato durante il Fuorisalone 2019 con il progetto To Re or not To Re, il vaso RE-POT spicca per estetica, certo, ma soprattutto perché formato da plastica post consumo; si tratta cioè dei rifiuti di plastica, non solo di scarti di produzione o simili come magari si limitano a fare altre aziende meno esperte di riciclo.
Un ulteriore passo in avanti nel riciclo è quello che compie Stuart Haygarth, designer londinese che fa del riciclo una vera opera d'arte. Partendo dagli oggetti abbandonati, come i rifiuti di plastica per strada o sulle spiagge, il designer progetta lampadari magnifici, pezzi unici che ingolosiscono i collezionisti e sono commissionati da istituzioni o brand famosi per impreziosire i loro luoghi. Ad esempio, il Tide 200 è stato richiesto dal Museum fur Kunst und Gewerbe di Amburgo come installazione da inserire nel foyer del museo.
È incredibile notare come una prospettiva diversa ribalti la percezione che si ha di un rifiuto: la plastica, così bistrattata, può diventare il tassello del successo di un’idea o di un progetto di design ben pensato.
Hai già sentito parlare di arredamento ecosostenibile?