Luoghi meravigliosi, dove i paesaggi che si susseguono sono materiale da cartolina e la vita scorre placida e serena: parliamo ovviamente delle isole minori italiane, mete per eccellenza delle vacanze estive dei nostri connazionali ma affollate anche di tanti turisti esteri.
Noi che abbiamo a cuore il tema della sostenibilità, però, non possiamo fare a meno di interrogarci anche su quanto sia ecosostenibile vivere e passare le vacanze in questi angoli di paradiso: non è detto che le isole minori, ad esempio, siano collegate alla rete elettrica della terraferma, che non abbiamo problemi di scarsità di acqua – visto che spesso arriva tramite navi cisterna – o, ancora, che il loro trasporto pubblico locale sia efficiente e valido per turisti e residenti.
Insomma, cerchiamo di andare oltre l’apparenza e indagare com’è vivere sulle isole minori, analizzando tutte questioni reali e molto pratiche.
Le isole minori sono ecosostenibili o non proprio? Quali sono i problemi principali?
Come dicevamo, le isole minori italiane sono luoghi magnifici, ma sono tanto belli quanto fragili e, soprattutto, vulnerabili. Spesso, infatti, siamo noi stessi a creare problemi – pensiamo alla gestione dei rifiuti – dove già le condizioni non sono quelle ideali a causa sia delle caratteristiche naturali delle isole (es. scarsità d’acqua) sia dall’arretratezza (come l’uso di fonti fossili per l’energia). Possiamo renderci conto dell’effettiva estensione dei problemi delle isole minori leggendo il Rapporto Isole Sostenibili 2021 redatto, come ogni anno, da Legambiente e l’Istituto Atmosferico del CNR (CNR-IIA); evidenziamo insieme i punti principali:
- Per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, ancora oggi 20 delle 27 isole abitate analizzate risultano ancora non interconnesse alla rete elettrica nazionale e, così, il fabbisogno di energia elettrica è coperto da centrali termoelettriche a gasolio
- Anche rispetto la produzione di energia da fonti rinnovabili la situazione è piuttosto grigia, risultano infatti installati 2014 impianti tra fotovoltaico ed eolico per un totale di 15.764 kWe di potenza. I numeri sono ancora troppo bassi, in generale ma soprattutto rispetto a quelli che erano gli obiettivi minimi: ad esempio, tra le isole più lontane dagli obiettivi troviamo l’arcipelago delle Eolie che al 2020 conta 508 kW di installazioni rispetto all’obiettivo di 2.860 kW, Pantelleria con 872 kW rispetto agli ambiti 2.720 kW e l’arcipelago delle Pelagie con 605 kW rispetto ai programmati 2.310 kW
- Un’altra tematica molto sentita nelle isole minori italiane è quella legata all’acqua: da un lato l’approvvigionamento idrico di acqua potabile, legato a doppio filo con la gestione del trasporto via mare di cisterne o alla realizzazione di sistemi di dissalazione, e dall’altro la depurazione delle acque reflue, dato che sono ancora troppe – ben il 40% – le isole in cui non risulta presente un sistema di trattamento delle acque
- Una buona notizia, invece, riguarda la gestione dei rifiuti: la raccolta differenziata è cresciuta su tutte le isole tra il 2010 e il 2019. L’isola di Sant’Antioco risulta l’isola più virtuosa con l’80% di raccolta differenziata, seguita da Pantelleria e Maddalena a parimerito (71%) e Procida (70%) e insieme a Capri e Isola d’Elba superano sia la media di RD del Centro Italia del 58% che quella del Sud Italia del 51%
- La gestione della mobilità su queste isole, invece, è ancora fallimentare: l’indicazione ci arriva dal numero di autoveicoli per abitante ancora altissimo, con i valori maggiori registrati a Lampedusa e Linosa (0,9 automobili per abitate) e Pantelleria (0,8), quindi quasi un’auto a testa
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L’Osservatorio Isole Sostenibili: una cabina di regia comune per migliorare la sostenibilità
I ragionamenti e i rilievi del Rapporto Isole Sostenibili, però, non si concludono con uno sguardo sfiduciato al futuro di queste isole: anzi, Legambiente e CNR-IIA nel 2019 hanno istituito l’Osservatorio Isole Sostenibili proprio per stimolare un’accelerazione verso la transizione sostenibile di questi territori.
Il report di quest’anno, infatti, si conclude con proposte e riflessioni molto concrete per il futuro, a partire dalla creazione di una cabina di regia per la transizione climatica e ambientale nelle isole minori presso il Ministero della Transizione Ecologica: coinvolgere il ministero significherebbe superare i problemi di attuazione legati alla burocrazia, sveltendo autorizzazioni e centralizzandone la gestione.
Ancora, ritengono fondamentale elaborare un piano per il clima per ciascuna isola con chiari obiettivi posti al 2030: darsi scadenze e obiettivi certi, nero su bianco, è sicuramente il primo passo per arrivare a un modello energetico incentrato sulle fonti rinnovabili e che permetta di organizzare una corretta gestione circolare del ciclo dell’acqua e dei rifiuti.
Evidenziano poi buone pratiche, raccolte in tutto il mondo, da poter importare in tutte le isole minori, continuando nell’intento di fare proposte concrete e immediatamente attuabili. Alcune buone idee, comunque, arrivano già dalle nostre isole, ad esempio:
- nelle isole pontine di Ventotene e Santo Stefano è nato il Laboratorio per lo Sviluppo Turistico Sostenibile che prevede, tra le altre cose, anche il recupero e la valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano, l’istituzione di laboratori per individuare nuovi processi e tecnologie, la creazione di percorsi di formazione e la riqualificazione e destagionalizzazione dell’offerta turistica
- a giugno, ancora, è stato presentato il Manifesto della Sostenibilità per l’Isola d’Elba, documento programmatico partecipato che mette a fuoco i pilastri su cui lavorare perché l’isola diventi completamente sostenibile entro il 2035
Insomma, molto si sta muovendo all’orizzonte delle nostre isole minori sul fronte della sostenibilità: speriamo che delle nuove pratiche turistiche, unite a un maggior rispetto dell’ambiente e alla presa di coscienza della cultura e dell’identità uniche di queste isole siano davvero ciò che serve per trasformare il turismo di massa in turismo sostenibile.
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